Appuntamento fissato allo “scivolo” di Tavernola B.sca per le 15 di sabato 12 Ottobre. L’obiettivo è il recupero di due reti (ghost fishing) poste a poca distanza tra loro. Un primo tuffo di localizzazione era stato fatto nelle scorse settimane per segnare posizione e profondità in modo che l’intervento odierno potesse essere pianificato minimizzando i rischi.
Arrivo sul posto con circa mezz’ora di anticipo pensando di essere il primo, in realtà Ando ed un equipaggio della GCA sono già al punto concordato Nel giro di pochi minuti arrivano anche tutti gli altri membri del team ormai collaudato. Terminate le procedure di montaggio e preparazione delle attrezzature, sul posto sono arrivati anche gli altri membri della Guardia Costiera Ausiliaria con il responsabile Diego Nolli e l’equipaggio della Polizia Provinciale di Bergamo che sequestrerà quanto recuperato per le dovute verifiche. Non è la prima volta che partecipo ad un tuffo con gli amici NCD ma è la prima volta che partecipo al recupero di una rete.
Il Briefing è fondamentale per capire le modalità d’ingaggio. Tato coordina il team da terra e si occupa di documentare con foto e video l’intervento. Il gruppo viene diviso in due squadre: una prima squadra composta da Ando, Wally, e Valenghi che si occuperà di agganciare la rete ad una profondità di circa 60 mt; la seconda squadra è composta da Fabry, Red1 e me (Fenix).
A noi viene affidato il compito di recuperare la rete a 36 mt. Per evitare pericolose interferenze, essendo che le due reti distano tra loro poco meno di una cinquantina di metri, una volta agganciate il primo team si muoverà verso Nord mentre il secondo team verso Sud.
La rete più lunga e complessa è quella a 60 mt., per il peso e l’estensione, si decide di lanciare un primo pedagno giallo al quale viene legato un primo capo della rete, successivamente si procede a staccare dal fondo il resto con due palloni di sollevamento che a causa dell’eccessivo peso della rete non riescono a raggiungere facilmente la superficie.
Il secondo team, quello composto da Fabry, Red1 e me, almeno sulla carta ha vita facile poichè il pallone di sollevamento utilizzato è molto più grosso e la rete molto più piccola. Dopo circa sei minuti di navigazione con DPV raggiungiamo l’obiettivo, una volta gonfiato il pallone la rete comincia a salire ma la valvola di scarico resta incastrata, Red1 si fionda a recuperarlo rispedendolo in superficie. Nel frattempo Fabry ha un problema all’attrezzatura, facilmente risolto grazie alla sua esperienza, ma per evitare ulteriori problemi decidiamo di risalire in sicurezza e procedere in superficie. Accompagnato Fabry, Red1 ed io scendiamo in direzione Nord ed incrociamo il primo team al cambio Gas dei 21 mt, rapido saluto e ci dirigiamo verso l’uscita. Piccola nota simpatica, durante il nostro tuffo si è radunata una piccola folla di curiosi attratti forse più che dal nostro intervento dagli ultimi fatti di cronaca che hanno messo in luce il nostro amato lago.
È una piccola soddisfazione, finalmente anche chi non vive il lago per passione forse comincia ad interessarsene (fosse anche solo per curiosità).
Da amante del lago d’Iseo, luogo in cui ho sempre vissuto, mi viene da pensare alla frase di Oscar Wilde “There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about”. “C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé.”.
Io devo scappare per pregressi impegni famigliari, il resto del gruppo si ferma per un ottimo de-briefing con la giusta idratazione di una o due birre alla Marinetta.
Anche oggi gli obiettivi sono stati raggiunti, stanchi ma soddisfatti si rientra… grazie a tutti per aver partecipato e per avermi dato l’opportunità di partecipare a questi importanti recuperi.