06/07/17 – PROJECT BASELINE E GHOSTFISHING

06/07/17 – PROJECT BASELINE E GHOSTFISHING

Questa sera ci si divide in due gruppi. Uno composto da Fabri, Red1 e Wally che andrà ad eseguire i rilievi delle stazioni per Project Baseline insieme al nostro ospite Daniele Valenghi,l’altro composto da Ando e Tato che andrà invece a documentare la rete trovata l’altra settimana.

Per questo motivo prendiamo Nautilus ed una furgonetta e ci dirigiamo separati verso il lago. Io e Ando parcheggiamo in prossimità del punto di ingresso e scarichiamo il materiale in mezzo ad alcuni presenti che sono venuti in riva al lago a cercare refrigerio. Assembliamo stages e prepariamo fari e telecamere sotto gli occhi curiosi dei presenti che vengono intrattenuti da Ando. Il mio aspetto e comportamento da orso ogni tanto serve a qualcosa, e scampo con mio sollievo al solito interrogatorio. Ci mettiamo le mute, rapidi controlli e giù.

Ci posizioniamo come convenuto a 20 metri e ci dirigiamo a sud, parete a destra. Mi sembrava di ricordare che fosse più vicina ma, un colpo di pinna dietro l’altro, finalmente la incrociamo. Io scollego i contatti bagnati della mia torcia per passare al faro da 50 W HID che, appena accendo, rende la sospensione molto evidente. Inizio a riprendere con la mia Go-Pro mentre Ando fa lo stesso con la sua telecamera. In questo tratto la rete è bassa e sembra inoffensiva ma, guardando meglio, si scorge una nutrita schiera di gamberetti che sono rimasti intrappolati sino a morirne. Alcuni resti datati di altri pesci ormai irriconoscibili segnano la rete a quote diverse. Intorni ai 30 metri la rete termina in una sagola che, tesa verso il fondo, ne collega un’altra. Si tratta di due reti calate intenzionalmente unite. Scendiamo ulteriormente e dopo qualche minuto raggiungiamo il termine della rete. Alcune arricciature della sagola che la sostiene fa sembrare la rete qualcosa di armonioso… sembra un arabesco sospeso nel nulla.

Ci giro intorno, mentre Ando mi riprende mentre io stesso filmo la rete. Qualche minuto per valutare se, durante il prossimo recupero, è più opportuno sollevare la rete da questo lato. Penso che sia la cosa migliore da fare perché il tratto fangoso consentirà alla rete di raggiungere la superficie senza intoppi, cosa che non è così scontata per la parte superficiale dove la rete si è aggrappata alla franata rocciosa. Un ok di intesa e risaliamo molto lentamente, documentando ogni centimetro della rete. Inevitabile soffermarsi sui resti di quelle creature che hanno finito di vivere in quel modo orrendo. Immobilizzate forzatamente sino allo sfinimento prima e alla morte per inedia poi. A 28 metri un’assonnata bottatrice, forse stordita da fari delle telecamere, decide di tentare di attraversare la rete, restando intrappolata , nel nostro più desolato disappunto.

Mi giro il faro intorno al collo (non ha una goodman purtroppo) e cerco di liberare la sventurata dalle maglie della rete tagliando con l’easycut in prossimità. Un nuvolone di fango generato dal muoversi della rete infangata e dalla disperazione della vittima non mi consente di capire subito se l’operazione ha avuto successo ma, poco dopo, al ripristinarsi della visibilità, per fortuna, della bottatrice non c’è più traccia.

Riprendiamo a salire ed un’altra bottatrice, ancora viva ma inesorabilmente impigliata nella rete, testimonia la crudeltà di questo attrezzo da pesca disperso. Guadagniamo la quota decompressiva ed iniziamo gli step che ci porteranno fuori, godendoci il tepore dell’acqua calda. Alcuni avannotti brulicano davanti alle lampade ed un vorace siluro si aggira minaccioso sopra di loro. Terminata la decompressione usciamo nel buio della serata inoltrata ed altri frequentatori serali del lago sono a ridosso del ciglio, attirati dalla quantità di luce con cui i fari delle telecamere hanno inondato i pochi metri d’acqua.

Probabilmente hanno pensato al riemergere di qualche astronave aliena. Riguadagniamo con qualche fatica la quota stradale e smontiamo tutto.

Riprendiamo a salire ed un’altra bottatrice, ancora viva ma inesorabilmente impigliata nella rete, testimonia la crudeltà di questo attrezzo da pesca disperso. Guadagniamo la quota decompressiva ed iniziamo gli step che ci porteranno fuori, godendoci il tepore dell’acqua calda. Alcuni avannotti brulicano davanti alle lampade ed un vorace siluro si aggira minaccioso sopra di loro. Terminata la decompressione usciamo nel buio della serata inoltrata ed altri frequentatori serali del lago sono a ridosso del ciglio, attirati dalla quantità di luce con cui i fari delle telecamere hanno inondato i pochi metri d’acqua.

Mentre ci cambiamo vediamo passare il Nautilus strombazzante con il resto del gruppo che ci precede in pizzeria. Carichiamo rapidamente le attrezzature e raggiungiamo gli altri per chiudere in bellezza la serata. L’ora tarda, è oramai scoccata la mezzanotte, ci consente anche di festeggiare il compleanno di Red1, che è “vittima” dei nostri più calorosi auguri. 

Ci ripromettiamo un rapido recupero, subito confermato telefonicamente dal “nostro” Comandante Diego Nolli, che  fissiamo per sabato 15/07.

 

Per il filmato, clicca qui

TATO