Anche questo mese organizziamo un’immersione per il rilievo dei dati alle stazioni di P.B.. Ci si ritrova al covo solo in due (Fabri e Tato) perchè Wally ci raggiungerà con mezzo proprio direttamente sul posto. Purtroppo Red1 è costretto a dare picche per un impegno improvviso ed inderogabile, e quindi questa sera faremo il solito giro solo in tre. Tra l’altro tutto il lavoro graverà sulle spalle di Fabri e Wally perchè Tato ha deciso di portare la macchina fotografica per scattare qualche foto. Quando i due raggiungono la baia dei surfisti, trovano già appostato Wally che ha già scaricato la propria cesta. Si parcheggia e si scarica tutto il materiale. Ci si veste e si salta in acqua. Soliti controlli e via, si parte. La visibilità è buona e scendiamo alla #1, dove Fabri si posiziona con la torcia e Wally inizia la sua pinneggiata all’indietro sino a che il marker è visibile. Mentre Wally riavvolge la bindella Tato, scatta qualche foto e Fabri annota i dati sul wet-notes. Un ok e via per la #2.
Pochi minuti di navigazione e troviamo un bel esemplare di luccio, che facciamo appena in tempo a fotografare prima che schizzi via fulmineo. Ripartiamo e la navigazione di questo tratto è piacevole, la visibilità si mantiene più che accettabile. Raggiungiamo il tronco che indica la posizione e scendiamo lentamente a causa di Tato che deve stare attento alla ppO2. Raggiungiamo la quota e dopo poco ecco il marker della #2 che si profila. Solito balletto intorno alla stazione e via verso la #3. Sorvoliamo rapidamente tutte le stecche che si trovano sulla franata ed in pochissimo tempo siamo alla #3.
Registriamo i rilievi e scendiamo lentamente sino a che la parete alla nostra sinistra scompare per lasciar posto ad una franata. Sui grossi massi troviamo delle bottatrici che si muovono appena infastidite dal nostro passaggio. Attraversiamo quello splendido anfiteatro naturale che ora si cela nell’oscurità alla nostra vista, mentre sotto gli scooters i massi diventano sempre più piccoli, sino ad incontrare nuovamente la parete. Dopo aver svoltato seguendo la curva naturale della roccia ecco la #4.
La parete è bellissima, ed alzando lo sguardo è possibile scorgere piccoli tetti che si sporgono sopra le nostre teste. Tato prende qualche foto tra cui una di Wally, che sembra un astronauta nel nero siderale.
Un ok di Fabri indica che il rilievo è stato registrato e si riparte seguendo la parete che resta verticale sino a che sfuma intorno ai 25 metri, per trasformarsi in una terrazzo naturale su cui trovano posto degli enormi massi chiari.
Mentre procediamo, una splendida anguilla si concede all’obbiettivo di Tato, prima di scomparire con un paio di colpi di coda. Saliamo lentamente sino ai 21 metri dove vediamo materializzarsi la #5. Mentre Fabri e Wally sono indaffarati nel rilievo, Tato ruba qualche scatto dei due instancabili oltre ad immortalare un persico vanitoso. Un segnale circolare della torcia di Wally, riporta Tato vicino al gruppo e di nuovo navighiamo verso nord, con una parete che si trasforma di nuovo in un monolite verticale. Dopo diversi minuti la parete cambia, trasformandosi in una serie di tetti a gradoni che sembrano quasi studiati per la loro regolarità. La visibilità peggiora leggermente, trasformando l’atmosfera in un ambiente opalescente, lattiginoso. La roccia, prima chiara, diventa scura sino a lasciare il posto ad un brevissimo intermezzo dove tornano fango e massi. Immagine che dura pochissimo e ci ritroviamo subito su una parte liscia e verticale, molto più chiara della precedente, leggermente butterata, quasi fosse la superficie di un pianeta colpito da piccolissimi meteoriti. Il bello di questo tratto di lago è proprio la sua varietà: declivi fangosi, franate, massi e pareti che sprofondano verticalmente, il tutto concentrato in circa 900 metri di distanza. Arriviamo alla #6 e di nuovo si ripete il rilievo e nuovamente Fabri da l’ok per indicare il termine delle operazioni. Ripartiamo invertendo la rotta e salendo di quota. La visibilità peggiora, come ci attendiamo, e l’acqua recupera qualche grado di temperatura. Tato, che procede con i bracci dei flash aperti per poter scattare al volo (beh! al volo… diciamo più velocemente) qualche foto ed ha il suo bel daffare a seguire i due che lo precedono.
Dopo pochi minuti ci imbattiamo nel primo di numerosi siluri che stanno malauguratamente popolando il nostro lago. Ne contiamo più di 5 in poche decine di minuti. Tato ruba qualche immagine tra cui quelle della povera fine di un piccolo persico che viene divorato tra uno sbuffo di fango da un siluretto.
Raggiungiamo il nostro traguardo e c’è ancora il tempo di fotografare un gambero e qualche pescetto che se ne sta avvolto dalle alghe. Dopo circa 80 minuti torniamo in superficie. Si smonta tutto in fretta e furia nella speranza vana di trovare aperti i soliti locali ma alla fine siamo costretti a rifocillarci presso una paninoteca. Missione P.B. compiuta anche per Novembre.
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