30/11/24 – Valmadrera

30/11/24 – Valmadrera

Finalmente si torna in acqua! Una splendida giornata, con un sole più che promettente, ci attende al covo alle 7:30. Siamo a renghi ridotti: io Tino e Wally. Anche se se sono circa 20 giorni che non vado in acqua, mi sembra una vita, per cui non vedo l’ora di arrivare e tuffarmi. Paolo, che invece è a secco da più di 40 giorni, scalpita letteralmente (nonostante il ginocchio con il tutore). Carichiamo bibo, stages ed il resto delle attrezzature e partiamo con il Nautilus che, sotto la guida di Wally, ci sbarca al solito caffè per fare colazione.Caffè e brioches e via verso il pratone di Parè. Un vento teso ci fa presagire una penuria di parcheggi per la probabile presenza dei kiters e invece, una volta arrivati, scopriamo che il “nosto” parcheggio vicino all’accesso è sorprendentemente libero. Ci affrettiamo a scaricare il materiale e, le gelide ed impietose folate, ci convincono a decidere di andare a rifornire il webasto che e’ a secco. Lasciamo Wally a tenere il prezioso parcheggio e giriamoverso Lecco dove, alla rotonda, c’e’ un distributore. Facciamo il “pieno” (ben 2,8 litri!) e torniamo a raggiungere Wally. Si porta un pò per volta scooters e bombole sullo scivolo e ci si cambia al tepore che nel frattempo la stufetta è riuscita a produrre. Una benedizione che ci consente di arrivare in acqua belli caldi.

Soliti check e si parte. Red fissa la boa e ci si ritrova alla punta oltre il torrente. Scendiamo intorno ai 10 metri e procediamo sino al punto di discesa. Io ho al seguito i nuovi faretti che rendono la telecamera fortemente negativa e durante il tragitto mi rendo immediatamente conto che  i nuovi braccetti sembrano costruiti apposta per incattivire la sagola dello scooter. In ogni caso scediamo dopo un rapido controllo ai 10 m e in poco tempo raggiungiamo la pianta intorno ai 33 metri.

I rami che si protendono verso il nero, oggi abbastanza limpido, sembrano braccia inquietanti che si stendono dalla parete verso il lago. La oltrepassiamo e raggiungiamo la base della parete. Ci perdiamo a filmare alcuni punti interessanti e Paolo, su mia richiesta, prova a smouovere un sasso di discrete dimensioni che e’ poggiato abbastanza precariamente su un tubo metallico. Senza alcuno sforzo apparente il masso scompare rotolando verso il basso e scomparendo in una nuvola scura e spessa sollevata dalla sua corsa. Wally “braccio di ferro” si pavoneggia per qualche attimo e si parte per un breve tratto esplorativo. Io oggi, nonostante la grande voglia dopo l’astinenza, non sono in piena forma.

Mi sento impacciato da questi braccetti che più di una volta si intrecciano con il traino del mio Xk. In un’occasione sono stato costretto a chiedere l’aiuto di Wally che, sotto l’occhio vigile di Red, sbroglia il gomitolo che la sagola ha formato intorno agli snodi dei faretti e dei braccetti. 

Una volta separato lo scooter dalla telecamera, iniziamo la risalita sino a quota del cambio che pratichiamo in sincrono.

Il rientro, con buona visibilità, e’ un alternarsi di pareti che sembrano disegnare forme uniche ed estremamente articolate. Profonde fratture che fendono le rocce formano sottili strutture che sembrano apparentemente fragili, ma che in realtà sono robuste lame di roccia che appaiono come incastrate nella parete.

Arrivati agli ultimi sei metri l’acqua sopra di noi e’ di un azzurro bellissimo, lasciando trasparire il cielo di una giornata che si fa sempre più soleggiata e tersa.

L’ultimo tratto di trasferimento e’ rapido e gradevole, in una visibilità più che discreta. Anche nella zona di influenza del torrente, grazie alla scarsa portata del piccolo affluente, la visibilità è accettabile e ci consente la traversata a contatto visivo nonostante la distanza che ci separa. Ultimi minuti di deco e si recupera la boa. Usciamo infastiditi dalle onde che il vento non ancora placato spinge sulla superficie del lago verso riva.

Recuperiamo l’attrezzatura, smontiamo bibo, stage e scooters e ci infiliamo rapidamente nel Nautilus dove la stufetta si fa nuovamente apprezzare! Una volta asciutti, caldi e rivestiti si provvede a ricaricare tutto sul furgone e, dopo un lauto pranzo al solito ristorante, si rientra al covo. Una bella giornata trascorsa insieme si conclude con i saluti di rito e l’appuntamento di giovedì per le ricariche.