Finalmente, dopo diverso tempo, si torna in acqua salata. Questa volta si programma un’uscita sul Bolzaneto finalizzata alla valutazione di un possibile progetto per la pulizia delle reti che avviluppano da tantissimo tempo il famoso relitto. Proprio per questa ragione Ando ha pensato di interpellare l’altro gruppo italiano coinvolto dall’iniziativa Ghost Fishing: Portofino Divers, con la barca del quale usciremo in immersione. Il martedì si è tenuta una riunione dove, tra le altre cose, si e’ discusso anche di questa idea e durante la quale si è decisa una ricognizione senza alcuna velleità, se non quella di verificare e documentare le condizioni del relitto.
Fanno parte della spedizione Ando, Fabri, Ferru e Tato… il 50% del team ma… meglio che nulla! Si fissa la partenza per le 5:00 di mattina visto che l’uscita è fissata per le 8:30; l’orario di partenza viene rispettato grazie al carico serale che Fabri e Ferru hanno già stivato sul nostro “Nautilus”. Il viaggio scorre tranquillo al punto che, mentre Ando guida, Tato e Ferru sprofondano in un sonno profondo.
La sosta all’autogrill sveglia i due ghiri e si fa una leggera colazione tutti insieme. Alla ripartenza Ando cede il volante a Fabri che porta il furgone ad imboccare la stretta stradina del diving dove, dopo aver letteralmente bloccato la sede stradale, i quattro si affrettano a scaricare tutta l’attrezzatura. Mentre Ferru e Tato portano tutti i “bagagli” all’interno del diving, Ando e Fabri vanno alla ricerca di un parcheggio che troveranno proprio sul lungomare a pochi metri dall’imbarco. Si prepara l’attrezzatura e poco dopo l’ape del diving trasporta tutti i tre reb ed il D16 di Fabri, con tutte le deco al seguito sino al punto d’imbarco. Poco dopo si parte. Il cielo è coperto ed il mare leggermente formato. La navigazione si protrae per circa 45 minuti verso un punto che sembra un pò meno annuvolato. Arriviamo sul pedagno e ci prepariamo. Siamo in compagnia di altri 5 subacquei e, considerato che avremo un RT più esteso, saltiamo in acqua per primi. Una leggera corrente si fa viva appena prendiamo contatto con l’acqua. Rapidamente eseguiamo i controlli necessari e scendiamo. Sul fondo le squadre saranno composte da Tato e Fabri e da Ferru e Ando per consentire a Tato ed Ando di riprendere le immagini sotto la supervisione dei compagni. La discesa è gradevole e la temperatura sul fondo è di 15°C… una confortevole sauna rispetto alle temperature che siamo soliti riscontrare al lago.
La visibilità è discreta e consente di metterci subito al lavoro. Ando accende i fari della telecamera e Tato i flashes e le due coppie di dividono per non intralciarsi. Il relitto è affascinante e le reti che l’avvolgono sono davvero numerose e di notevole dimensione. Sono avviluppate intorno alle strutture del relitto, fasciandolo e nascondendolo alla vista. L’impressione e’ che qualche titano abbia abilmente fasciato la nave con delle enormi bende. Mentre riprendo il relitto il pensiero non può non correre all’immane lavoro che potrebbe diventare il compito di liberare quel gigante dal giogo soffocante del sudario che l’avvolge.
Dopo aver scattato diverse foto Tato prova ad eseguire un taglio della rete con il tagliasagole. La rete cede senza problemi ma in pochi secondi, il leggero scuotimento, libera una fastidiosa e compatta sospensione che riduce la visibilità a zero. Mentre Ando e Ferru continuano le riprese sul cassero posteriore ed in quello che resta della coperta, Tato e Fabri non disdegnano un rapido giretto all’elica, dove la visibilità si riduce notevolmente.
Poco dopo sono di nuovo a poppa e riprendo a scattare foto. Un paio di panoramiche dall’alto, che includono gli altri ospiti del relitto, consentono di apprezzare la dimensione del ponte di poppa e delle reti che vi giacciono sopra. Di nuovo qualche giro intorno al cannone ed una rapida penetrazione di un corridoio ed è già ora di risalire.
Lo scadere del quarantesimo minuto di permanenza concordato viene segnalato da Ando che chiama l’immersione. Inizia la risalita e le squadre si ricompongono diversamente come concordato. Ando e Tato con i CCR faranno coppia per una deco più veloce in risalita. Ferru e Fabri insieme spalancheranno la loro finestra ossigeno ai 21 con l’EAN, trattenendosi qualche minuto in più a quella quota.
La deco trascorre tranquillamente e una corrente avvertibile costringe tutti ad una leggera ma costante pinneggiata. Allo scadere del 90 iniziamo a risalire per gli ultimi 6 metri ed al 97′ siamo in barca. Ci attende la sorpresa di un cielo finalmente sgombro da nuvole ed un sole caldo ci conforta durante il rientro.
Mentre le onde approfittano ancora della nostra infinita pazienza, parliamo del ciclopico lavoro che rappresenterebbe la rimozione di quelle enormi e pesanti reti… Raggiunto il diving, dopo una rapida risciacquata ai gruppi, si smonta tutto e si approfitta per andare a pranzo nel ristorante prospiciente il diving. Un pò di birra unita a piatti tipici ci rifocillano adeguatamente, lasciandoci accarezzare l’idea che una pulizia, almeno parziale e come test, sia possibile. Questo sarà il tema che tratteremo tutti insieme in una prossima riunione. Torniamo al diving dove carichiamo tutto sul Nautilus (a parte la muta di Tato che resterà al diving) e ripartiamo in direzione covo. Nel corso del tragitto un rumoraccio sveglia anche l’autista (Fabri) che si ferma su “cortese” consiglio di Tato; un rapido controllo svela che lo scudo copri-motore ha ceduto. Il sacrificio delle cinghie di Ando consente un fissaggio provvisorio ma affidabile.
Proseguiamo quindi verso casa e raggiungiamo il covo verso le 18:00, quando scarichiamo tutto il materiale e ci salutiamo prima di rientrare ognuno ai propri impegni. Una bella giornata e un discreto lavoro portato a termine. Ora decideremo con il resto del team cosa fare. Alla prossima!
GAS: 18/45-15/55-EAN50
RT: 97′
Max. Prof. 51,4 m.
Min. Temp. 15°C