Questo fine settimana si dedica ad un’immersione di piacere. Nessun obbiettivo operativo da assolvere e si decide quindi di puntare su una garanzia in termini di visibilità: si andrà a Moregallo. Alle 13:00 Tato fa trovare il Nautilus già carico di tutta l’attrezzatura e, all’arrivo di tutti, si caricano le ceste e le borse e si parte. Un’insolita partenza quasi puntuale per Fabri, Ferru, Red, Tato e Wally, che alle 13:06 (a causa del ritardo di Red di ben 3 minuti) lasciano il covo direzione Lecco.
Una breve sosta lungo la strada per consentire a Tato di farsi portare alcuni indispensabili accessori da Ando, che gentilmente si presenta puntuale e assolve la cortesia. Arriviamo sul piazzale del parcheggio e piazziamo il furgone in prossimità di un tratto di muretto libero. Dopo pochi attimi una quantità di bombole affolla l’intorno del furgone, ed un’attività febbrile anima il piazzale… su e giù dalla spiaggia per lasciare le deco, ed un’ultima discesa una volta che i bibo ed i reb sono pronti. Il povero Wally tuttavia paga lo scotto di essere l’ultimo a scendere, e deve risalire per procurare un guanto a Tato che ha trovato al contatto con l’acqua il suo destro forato. Poco dopo siamo tutti e cinque in acqua.
Soliti controlli pre-dive e si parte divisi in due squadre. Tato e Ferru faranno un tempo di fondo più esteso per provare il reb di Ferru e Fabri, Red & Wally rientreranno un pò prima. La discesa inizia lentamente in un’acqua calda e molto più limpida di quella che siamo soliti trovare nel Sebino. Pinneggiamo lentamente, godendoci la vista della franata che ci accompagna alla parete. Come concordato Ferru esegue lo switch al back-gas sotto lo sguardo attento di Tato intorno ai 21 metri e poco dopo prendiamo contatto con la prima delle auto rovinate nel lago. Proseguiamo la discesa passando da macchina a macchina sino ai 60 metri pianificati e curiosando in giro… è un pò che non ci immergiamo in questo punto ma nulla sembra cambiato a parte qualche cimetta in più sulle auto.
D’un tratto, mentre ci apprestiamo a partire per seguire la parete sentiamo dei borbottii negli erogatori. Ci giriamo e troviamo Red e Wally che giocano a “morra”… non si capisce bene se per passare il tempo o per decidere la deco secondo i nuovi parametri “deco-slot”. Una risata ricompatta le due squadre e si parte verso la parete.
Questo tratto del lago di Como è caratterizzato da una roccia calcarea, solo leggermente sporca di limo, che rimosso con un dito, rivela una roccia bianchissima, cesellata finemente dalla natura in forme uniche e per la visione delle quali il tempo a disposizione è sempre troppo poco. Anfratti in cui riposano esemplari della fauna ittica si susseguono a spaccature profonde in cui la roccia si separa in sottili fogli bianchi ed accartocciati. Lo sguardo a scendere è mozzafiato, la parete scende pressoché verticale a vista d’occhio e qui la visibilità è davvero notevole !! Lo spettacolo che si apre sotto i nostri occhi è privilegio di chi pratica questa attività, ed per questo che ci si sente davvero fortunati per poter accedere a luoghi come questi.
La pinneggiata lenta ci consente di apprezzare ogni particolare della parete e le torce sembrano lucciole curiose che percorrono ogni spaccatura. Dopo diversi minuti un sfarfallio di luce richiama l’attenzione di Ferru e Tato che precedono l’altra squadra. Il loro tempo di permanenza è scaduto e, dopo un rapido saluto, le due squadre si separano. La squadra dei reb prosegue sino a che scade anche il tempo che si era prefissato. Tato accoglie il cenno di Ferru con un senso di sollievo perchè il freddo iniziava ad essere fastidioso. Inizia la risalita che, mentre saliamo in diagonale lungo la parete, ci conduce ad un’improbabile cabina telefonica che appare sopra le nostre teste, preceduta da un pupazzetto incastonato in un buco della roccia.
La risalita prosegue e arriviamo ai 24 metri dove Ferru torna a switchare al nitrox. I minuti trascorrono gradevoli anche grazie ad una temperatura più mite dell’acqua.
Allo scadere della seconda ora anche Tato e Ferru riemergono, attesi dall’altro team sulla spiaggia. Con grande apprezzamento dei due appena riemersi, le deco vengono portate sulla salita sino al furgone dagli eroici già asciutti. L’aiuto prosegue anche durante la svestizione ed in quattro e quattr’otto tutto è sul furgone. Sosta obbligata al Rapa Nui dove scorrono fiumi di dissetante birra e qualche snack per rifarsi delle energie spese. Due chiacchere con Beppe, un saluto a Carla e si torna verso Bergamo. Lasciamo il covo ad un orario decente e che ci consente un rientro sereno a casa. Altro bel pomeriggio trascorso insieme, peccato l’assenza degli altri che, speriamo, si vorranno rifare prossimamente.