Ci troviamo al covo alle 7:00 (Steve in leggero ritardo si becca una nota sul registro :-)) con la cattiva notizia che Fabri non sarà della partita a causa dell’anca sbilenca. Il gruppo e’ dimezzato: W67 distorsione al ginocchio, Foxed di corvee cucina. Quindi Red1, Steve e Tato decidono di dirottare verso Valmadrera. L’obbiettivo del tuffo sarà percorrere alla MOD dell’EAN 32 la parete e ritornare alla quota limite di visibilità… chissà che non si trovi qualcos’altro d’interessante anche a bassa quota!
Arriviamo in vista del lago e subito ci rendiamo conto che è in corso una specie di tempesta. Il tergicristallo non riesce a detergere il parabrezza abbastanza velocemente e anche solo guidare è un problema. Quando parcheggiamo ed apriamo le portiere un vento siberiano, teso e gelido, ci taglia la faccia. L’acqua che cade è quasi gelata e, indossata rapidamente la muta, siamo costretti ad assemblare sotto l’acqua ed un vento davvero notevole. Trasportiamo gli scooter in riva al lago indossando le maschere perchè l’acqua sul viso è come carta vetrata. Indossiamo i bibo e con qualche difficoltà raggiungiamo l’entrata in acqua.
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GUE-EDGE a secco e giù. Abbiamo deciso di attraversare la foce del torrente anche se la visibilità sarà nulla, per evitare un tratto in superficie che, in queste condizioni, sarebbe stato troppo faticoso. Un rapido bubble check e via. Come previsto in prossimità della foce una specie di tormenta di fango ci investe. Navighiamo a visibilità zero sino a quando si torna a vedere qualcosa e per qualche minuto cerchiamo la parete che non riusciamo a trovare. Siamo costretti ad una rapida riemersione per fare un punto in superficie e finalmente riprendiamo la parete e scendiamo verso il 30 metri. La visibilità non è male e l’acqua non è troppo fredda.
La parete scorre alla nostra destra, riservandoci scorci davvero scenografici. Il calcare bianco, fustellato in modo certosino dalla natura, contrasta con l’acqua scura. Ci fermiamo un paio di volte in corrispondenza di piccoli terrazzi naturali che interrompono la parete dove, sotto il fango accumulato, scorgiamo alcuni residuati bellici. Dopo circa 45 minuti ci rendiamo conto di aver oltrepassato la zona della parete perchè la roccia verticale si trasforma in una franata estesa. Continuiamo ancora per qualche minuto sino a raggiungere il relitto di un’auto. Rapida e circospetta ricognizione e, dopo aver indugiato in corrispondenza di un cartello della Martini, torniamo sui nostri passi.
Il ritorno è gradevole e ci fermiamo solo un paio di volte in corrispondenza di una specie di obice e di una bicicletta bianca che risalta sulla parete. Ci rendiamo conto di essere in prossimità della foce quando la visibilità si riduce in modo drastico e repentino. Serriamo le fila e procediamo con cautela (all’andata Tato ha schivato un’asperità per un pelo mentre Steve gli si è stampato dritto dritto contro)
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Usciamo dall’acqua sotto una pioggia peggiore di quelle che ci aveva accompagnato all’inizio dell’immersione. Smontiamo tutto rapidamente ma siamo costretti a cambiarci protetti dalla tettoia del distributore perchè la pioggia gelida ed il vento fortissimo non ci ha concesso un attimo di tregua. Una sosta presso un bar dove ci scambiamo le nostre impressioni e riviviamo l’immersione e via al covo dove scarichiamo tutto e ci congediamo dandoci appuntamento alla prossima volta.
Una bella giornata nonostante il meteo pessimo…. perchè… quando gli altri non escono noi siamo sott’acqua!
GAS: EAN 32 RT: 78′ Max. Prof. 32,7 m. Min. Temp. 10°C