Armati di scooter (e dopo aver controllato molto bene i bar di ciascun bibo), entriamo in acqua, facciamo i doverosi controlli di rito, ascoltiamo il briefing di Steve, accendiamo i motori e viaaaa, nel nostro regno! Ci portiamo a -20 mt e subito ci dirigiamo alla nostra destra e dopo pochi minuti, raggiungiamo il relitto dell’autobotte (da qui il nome del sito d’immersione), un’autocisterna adagiata sul fondo, completamente integra, con la cabina ancora visitabile…solo da noi però, nemmeno un pescetto da quelle parti. Dopo una perlustrazione di una manciata di minuti, ci dirigiamo verso Sud alla volta della parete: bella, frastagliata, con diverse piccole insenature.

Sott’acqua, con lo scooter si ha la percezione delle forme che curvano e noi le seguiamo, ammirando la luce che, con i suoi raggi, filtra fino ai -30 mt, massima profondità raggiunta. Il nostro giretto era intervallato da pause durante le quali il Tato si cimentava a controllare le numerose reti che, a dispetto della presenza visiva di pesci, sono cospicue e numerose creando nubi di sospensione  Reti che sicuramente andrebbero rimosse per evitare che il vivo si unisca ai morti intrappolati.